Academy – Dieta come stile di vita

Ho voluto che la prima lezione della nuova edizione dell’Academy di EquilibrioDonna partisse dalle basi, dal lavoro del professionista della nutrizione.

No: non parlo della creazione di diete (in questo siamo tristemente sostituibili da software).
Parlo della comunicazione con la paziente.
Credo che la formazione professionale non sia solo incamerare nozioni, ma anche imparare a porsi alla paziente nel miglior modo possibile, perché ci veda come alleati e come guide nel suo percorso personale.

Durante “Dieta come stile di vita” parleremo di come aiutare la paziente nel cambiare approccio rispetto all’alimentazione e di come creare piani dietetici che possano essere duraturi sul lungo termine, diffondendo una cultura alimentare consapevole.
Non mancheranno gli spunti pratici, perché l’aiuto del dietista/nutrizionista spesso passa anche da questo: consigli su cosa cucinare quando si ha poco tempo, sull’organizzazione in cucina, nonché dritte per fare la spesa in mondo “diverso”.
Ma anche… tips per aiutare la paziente a capire le basi della creazione di ricette anzichè fornirle direttamente (al motto di “Date a un uomo un pesce e mangerà un giorno. Insegnategli a pescare e mangerà tutta la vita”), rendendola autonoma e favorendo il senso di auto-efficacia e le chance di compliace al piano alimentare.

Chi fa questo mestiere sa quanto il cambiamento possa essere ostico, quanto ci si possa mostrare resistenti ad esso… e quanto questa resistenza possa nascondere dinamiche sottorranee che non sempre vengono a galla in ambulatorio.
Anche se chi viene da noi lo fa di sua sponteanea volontà, la volontà non è sufficiente per cambiare abitudini ben radicate, serve un coinvolgimento diverso. Qui entra in gioco (anche) la nostra professionalità: è importante saper comunicare nella maniera giusta per ingaggiare la paziente verso il cambiamento, modificando il modo di parlare e di porsi nei suoi confronti per trasmetterle supporto e fiducia nelle sue capacità di seguire la dieta sul lungo periodo.
Un elemento che si rivela determinante soprattutto quando si tratta di piani alimentari che non riguardano soltanto la perdita di peso, ma di diete terapeutiche che prevedono esclusioni o un cambiamento più significativo delle abitudini rispetto a diete per il dimagrimento in cui si agisce principalmente sulle porzioni.

Sempre parlando di coinvolgimento, vi spiegherò come creare dei percorsi per le pazienti, perchè riescano ad avere un orizzonte più ampio e non si perdano dopo il primo controllo. Favorire una prospettiva che le proietti in avanti, per esempio dicendo che i primi risultati si valuteranno dopo 2 mesi, o che entro i 6 mesi si farà un check degli esami del sangue, è un modo per prepararle ai passi successivi.
Insegnerò ai professionisti un metodo per creare dei percorsi veri e propri, quindi anche da un punto di vista molto pratico.

Chiuderemo con qualche accenno di tecniche alimentari non prescrittive, importanti da aggiungere al proprio arsenale per migliorarsi come professionisti.