Adattamenti fisiologici alla perdita di peso

Molti pazienti (e moltissimi colleghi) sanno bene che la parte difficile non è perdere peso, ma non riprenderlo nel lungo periodo!

Vi cito uno dei tanti studi che si sono occupati di indagare quali siano i processi e meccanismi alla base dell’aumento di peso… successivo ad una perdita di peso!
Sapete che solo un quarto dei pazienti riesce a perdere il 10% del peso iniziale e a mantere la perdita oltre l’anno? Esatto, avete letto bene: il 90% dei percorsi di dimagrimento rischia di fallire (NB. Lo studio analizza condizioni di concreto sovrappeso o obesità, non pochi chili da perdere a fini prettamente estetici) .
Gli effetti di dieta ed esercizio da soli non sembrano sufficienti a controllare il peso: è evidente che il problema dell’obesità sia complesso, tanto che lo studio lo definisce “un disturbo neurobiologico con una componente psicologica“.

Sappiamo che il mantenimento del peso corporeo dipende da molti fattori: omeostatici, ambientali e comportamentali. Nella regolazione dello stato di omeostasi del corpo l’ipotalamo ha un ruolo centrale, in quanto manda segnali relativi all’introito di cibo, al bilancio energetico e al peso corporeo: in sostanza, l’ipotalamo ci induce a mangiare meno e a bruciare di più se stiamo introducendo troppe calorie, il tutto attraverso meccanismi non volontari. E’ capitato a tutti, ad esempio, di sudare durante la notte dopo una cena molto più abbondante del solito, giusto? Ecco: il nostro corpo sta dissipando calorie, sottoforma di calore, in risposta ad un surplus di cibo. Purtroppo, quando l’iperalimentazione diventa costante, l’ipotalamo non riesce più a mantenere tale omeostasi.
In caso di sovrappeso e obesità dobbiamo considerare anche l’incidenza di altri fattori ambientali, per esempio la mancanza di sonno e gli effetti iatrogeni di alcuni farmaci (tra cui i farmaci psicotropi).
A questi si aggiunge l’adattamento fisiologico alla perdita di peso, che favorisce in sé l’aumento di peso: cambiano i livelli di ormoni relativi all’appetito, l’omestasi energetica, c’è un’alterazione del metabolismo dei nutrienti e dell’appetito soggettivo. In sostanza il corpo si abitua ad un peso superiore a quello precedente, e non è ‘invogliato’ a dimagrire.

Quello che è sorprendente è che, dopo un dimagrimento, si attivano fattori compensatori che promuovono l’aumento di peso: una diminuzione della spesa energetica, dell’ossidazione dei grassi e degli ormoni anoressigenici (ad esempio la leptina) coincide con un aumento di appetito, dei “cravings” e degli ormoni oressigenici (ad esempio la grelina). Praticamente, quando dimagriamo il metabolismo inizia ad attivare la modalità “letargo”: metabolismo rallentato e tendenza ad aumentare l’introito di cibo.

Come aggirare il problema?
Per mantenere la perdita di peso è necessario adottare comportamenti atti a controbilanciare gli effetti fisiologici di adattamento e altri fattori che favoriscono l’aumento di peso… Va sottolineato che la sola ‘forza di volontà’ non riesce, da sola, a prevalere sulla fisiologia: è per questo che, pur desiderando mantenere il peso perso, molto spesso si vede l’effetto contrario nei nostri pazienti. Solo la medicina, e nei casi più gravi di obesità anche la la chirurgia, possono cambiare la fisiologia delle regolazione del peso del corpo e offrire successo sul lungo termine: in altre parole, potrebbe essere necessario avere un supporto farmacologico o di integratori ben mirati, atti a modificare il metabolismo lipidico e glucidico in pazienti ex-obesi. Sugli integratori da poter utilizzare va detto che di per sé non sono dimagranti: possono essere usati per diminuire l’infiammazione che si correla a obesità, per migliorare la resistenza insulinica, o per minimizzare la lipogenesi.

Anche se si tratta di una generalizzazione, e anche se comunque ogni caso va valutato nella sua individualità, l’uso di farmaci e della chirurgia bariatrica si è rivelato utile per resettare la fisiologia dell’individuo.

A livello di alimentazione è ormai noto da anni che, in caso di obesità, i protocolli più efficaci non solo a far perdere peso, ma anche a mantenerlo sul lungo termine, sono quelli che prevedano una ridotta quantità di carboidrati (spesso da ciclizzare nei mesi di dieta) e una quantità proteica congrua a mantenere duraturo il dimagrimento (eventualmente anche con opportuna supplementazione).

Garantire il mantenimento del peso perso è fondamentale per contrastare l’obesità e tutte le comorbità che la accompagnano, per questo c’è un continuo bisogno di sviluppare strategie efficaci che alterino la fisiologia e favoriscano il dimagrimento: è sempre più essenziale comprendere i meccanismi che portano a riacquistare i kg persi, anche per agire a mo’ di prevenzione.

L’articolo completo qui:
Physiological adaptations to weight loss and factors favouring weight regain
Dott.ssa Arianna Rossoni – Dietista esperta di alimentazione antinfiammatoria e fertilità, responsabile di EquilibrioDonna.