Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione

Oggi vi lascio semplicemente alle parole della Drssa Sara Rosato.

Quando il sesso diventa tortura

Siamo abituati ad associare il sesso al concetto di piacere ed è proprio con piacere che dovrebbe essere vissuto; i momenti di intimità vanno assaporati, hanno bisogno di uno spazio proprio e di tutti quegli ingredienti che favoriscono la complicità con il partner e la capacità di lasciarsi andare, che si tratti di rapporti occasionali o di relazioni stabili.
Purtroppo, però, per alcune donne il sesso assume altri sapori e il piacere viene sostituito da un vero e proprio dolore fisico, che si manifesta a livello genitale.
Tra queste, alcune vivono il rapporto sessuale come una tortura, proprio a causa del dolore sperimentato, altre non riescono ad avere rapporti penetrativi perché la vagina diventa una porta serrata.
Le condizioni appena descritte rientrano in quello che viene definito “Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione”, una disfunzione sessuale di cui soffre dal 15% al 25% della popolazione mondiale.
Tale disfunzione racchiude due disturbi precedentemente conosciuti come vaginismo (contrazione dei muscoli perivaginali che impedisce la penetrazione) e dispareunia (dolore durante il rapporto sessuale nell’uomo o nella donna).

La persona che ne è affetta riporta uno o più delle seguenti problematiche per almeno sei mesi:

  • incapacità di avere una penetrazione vaginale, sia durante il rapporto sessuale, sia durante visite mediche ginecologiche o in altre occasioni come l’utilizzo di assorbenti interni;
  • marcato dolore pelvico e vaginale durante il rapporto o durante i tentativi di penetrazione vaginale; in alcuni casi il dolore può essere presente anche dopo la fine del rapporto o al momento della minzione;
  • marcata paura e ansia legate alla penetrazione vaginale o al dolore pelvico che si prova prima, durante o come risultato della penetrazione vaginale. Questo timore porta spesso le donne ad evitare il rapporto sessuale o quelle situazioni di intimità che potrebbero sfociare in rapporto sessuale;
  • marcata tensione e indurimento dei muscoli pelvici durante i tentativi di penetrazione vaginale.

Viene definito permanente se si presenta già nelle prime esperienze sessuali, acquisito, se i sintomi si sviluppano dopo un periodo di rapporti sessuali senza sintomi, generalizzato o situazionale, dove, nel primo caso i sintomi si verificano in qualsiasi attività sessuale, mentre nel secondo le difficoltà si presentano solo in alcune condizioni (con alcuni partner, in alcune situazioni o con determinati tipi di stimolazione).
La persona affetta da questa disfunzione riporta con il tempo un calo del desiderio e dell’eccitazione sessuale.

Le cause possono essere legate a fattori sia di tipo psicologico che organico.
Nello specifico, alla base di questo disturbo possono esserci problematiche di natura relazionale, difficoltà sessuali con il partner, assenza di educazione sessuale o apprendimento di messaggi distorti sulla sessualità, fattori stressanti, esperienze
traumatiche, aspetti culturali o religiosi che possono influenzare atteggiamenti verso la sessualità. Il disturbo può anche essere legato a fattori ormonali o organici, come infezioni genitali, endometriosi, cistite interstiziale.

 

Quali conseguenze comporta?

Una volta insorto, se non viene trattato precocemente, il disturbo del dolore genito-pelvico genera un circolo vizioso di pensieri ed emozioni che a loro volta incidono negativamente sulla condizione che si sta vivendo, fino ad innescare comportamenti di evitamento ed altre conseguenze dannose a scapito della salute psicofisica della persona che ne soffre e della relazione di coppia. Può generare molta rabbia, frustrazione, sensazione di essere sole e di non essere comprese, stanchezza, vissuti di inadeguatezza; questo stato può incidere negativamente sulla vita sociale e lavorativa della persona.

Purtroppo sono ancora poche le donne che si rivolgono ad un medico per affrontare il problema e chi evita il consulto lo fa soprattutto per vergogna, per motivi culturali o senso di inadeguatezza verso modelli sociali che rimandano una sessualità sempre facile da vivere, oppure, in alcuni casi, la resistenza a chiedere aiuto è legata alla normalizzazione del dolore durante i rapporti. La scelta di affidarsi ad uno specialista spesso avviene nel momento in cui la coppia decide di concepire un figlio.
Un intervento precoce, al contrario, frenerebbe l’insorgenza delle conseguenze spiacevoli precedentemente menzionate.
Risulta fondamentale, quindi, agire il prima possibile rivolgendosi al proprio ginecologo di fiducia.

Un trattamento multidisciplinare, che include la terapia sessuale, la fisioterapia del pavimento pelvico ed approcci medici risulta essere quello maggiormente efficace.
E’ importante ricordare che ogni persona ha il diritto di godere di una sessualità appagante e che sentire dolore durante il rapporto sessuale NON è una condizione naturale, alla quale bisogna adattarsi.
La condivisione con il partner e la richiesta di aiuto sono azioni fondamentali per intraprendere un percorso che può condurre ad una vita sessuale soddisfacente, libera da ogni forma di fastidio e dolore.