Quali altri fattori possono abbassare l’infiammazione nel corpo?
Quando ho iniziato a parlare di infiammazione, ho specificato subito che l’alimentazione è solo uno dei tasselli che possono contribuire a creare uno stile di vita antinfiammatorio.
Da sola, l’alimentazione non è sufficiente a farci stare bene: può contribuire a correggere alcuni valori che, se alterati, sono un fattore di rischio per la salute (come ad esempio l’ipertensione) – ma quando vogliamo davvero stare bene non possiamo focalizzarci solo sull’alimentazione.
Esistono anche altri fattori di cui tenere conto e sui quali operare, pian piano, il cambiamento: vediamoli uno per volta!
Attività fisica
Gli studi che dimostrano l’importanza dell’attività fisica nel creare e nel mantenere uno stile di vita sano sono tanti quanti quelli che indagano l’alimentazione.
Ma attenzione: quando si parla di ‘attività fisica’ non si deve ambire a essere atleti, o di doversi ritagliare ore e ore di sport durante la settimana, questo è fondamentale solo si hanno specifici obiettivi di performance!
Quando ci riferiamo all’attività fisica finalizzata al benessere, è la costanza che paga, non l’intensità!
È sufficiente trovare il proprio ritmo e il proprio modo di vivere il corpo in movimento, e portarli avanti.
Qualche esempio?
- Camminate a ritmo sostenuto tutti i giorni
- Sessioni bi- o trisettimanali di nuoto
- Esercizi di pilates
- Allenamenti di squadra di pallavolo o calcio
- Parkour
- Danza irlandese
- Pattinaggio
- Qualsiasi tipo di movimento che vi porti gioia!
Avete capito: l’importante è muoversi!
Sempre rispettando le possibilità e i limiti del proprio corpo: non bisogna strapazzare il sistema cardiovascolare quando non è ben allenato, e non
bisogna sollecitare lo scheletro e le articolazioni con esercizi per i quali non siamo ancora pronti.
Tenete a mente le parole chiave per l’attività fisica all’interno di uno stile di vita antinfiammatorio:
- Costanza
- Gradualità
- Ritmo incrementale
Respiro
Vi siete mai soffermati a considerare il modo in cui respirate?
Molti di noi fanno respiri rapidi, non profondi, che si bloccano nella parte alta del petto e spesso che coinvolgono la bocca più che il naso: andiamo in affanno non appena proviamo a respirare più profondamente.
Respirare consapevolmente non è affatto intuitivo: dobbiamo fermarci, chiudere gli occhi, mettere una mano sul petto e una sulla pancia, aprire le spalle e allineare la colonna vertebrale. Dobbiamo concentrarci sul respiro.
Respirare bene porta a numerosi benefici:
- Cardiovascolari: abbassamento della pressione arteriosa e regolarizzazione del ritmo cardiaco
- Posturali: migliore apertura toracica grazie a un abbassamento diaframmatico
- Miglioramento dei livelli di stress, del sonno notturno, più alti livelli di concentrazione
- Miglioramento dell’ossigenazione dei tessuti e incremento della funzionalità linfatica e del sistema neurovegetativo
Contatto con la natura
L’uomo occidentale vive in un costante stato definito “deficit di natura”: per la maggior parte di noi, gran parte del tempo è trascorsa al chiuso a casa o in ufficio, e “uscire” significa perlopiù fare due passi in strade affollate, in mezzo allo smog cittadino e camminando sul cemento dei marciapiedi.
Alcuni studi hanno dimostrato che il minor contatto con la natura porta a delle conseguenze sia per adulti che per bambini: a livello fisico per esempio respiriamo peggio e vediamo peggio (l’occhio non ha la possibilità di esercitarsi su orizzonti ampi mentre siamo nelle mura domestiche!).
Impegnarci a rimanere di più a contatto con la natura ci permette di diminuire i livelli di stress: sarebbero sufficienti 20-30 minuti di vita nella natura ogni giorno per diminuire i propri livelli di cortisolo ma possiamo anche sfruttare il weekend per fare una scorta di luce del sole e prati verdi.
Affetti e relazioni gratificanti
L’uomo è un animale sociale: senza la connessione costante e duratura con i nostri simili, stiamo peggio.
I costrutti sociali, se funzionali, permettono di migliorare la nostra qualità di vita: il problema è che negli ultimi decenni il disagio sociale è cresciuto esponenzialmente, e la maggior parte di noi si trova a vivere a contatto con persone con le quali stride, siano essi familiari o più genericamente “contatti sociali” (colleghi di lavoro, clienti, negozianti, funzionari allo sportello delle poste…!).
I contatti disfunzionali ci creano stress, malumore, rabbia, a volte persino diminuzione dell’autostima, e profondo senso di disagio… e come avrete ormai capito, lo stress non aiuta ad abbassare i livelli di infiammazione.
Esprimere il proprio potenziale psicoemotivo
Gli psicoterapeuti lo sanno bene: quanti stati di malessere nascono dalla repressione e dalla negazione delle proprie emozioni!