Tiroide e gravidanza

Continuiamo a parlare di salute della tiroide e di mondo femminile: vi ricordo che questa è la settimana della salute tiroidea, ho già pubblicato un articolo in merito a tiroide e PMA. Oggi invece parliamo di tiroide e gravidanza.

Come accennato nel precedente articolo, i valori tiroidei sarebbero da controllare nelle donne che cercano una gravidanza che tarda ad arrivare: se il ciclo è regolare e viene riconosciuta l’ovulazione, il problema è da ricercarsi altrove, e in prima battuta proprio nella tiroide.
In realtà sembrerebbe che il valore di TSH (specchio della funzionalità tiroidea) non sia di per sé un limite alla fertilità (a meno che sia molto elevato!), ma che sia correlato ad un maggior rischio di aborto precoce e problemi fetali; ad essere indagato più nello specifico è il valore degli anti-TPO. Diversi medici e studiosi suggeriscono che donne con anti-TPO positivi e valori tiroidei nella norma possono beneficiare di un’integrazione mirata di iodio e di selenio.

Quando la gravidanza è avviata, va considerato che la funzionalità tiroidea può risentirne in modo molto marcato, soprattutto durante i primi due trimestri. Diversi autori identificano la gravidanza prima e l’allattamento poi come due momenti cruciali di stress per la tiroide: eppure, di per sé, queste alterazioni non sono da considerarsi patologiche o irreversibili, ma semplicemente un adattamento dell’organo al periodo metabolicamente ed ormonalmente più impegnativo nella vita della donna – soprattutto in caso di gravidanze ravvicinate.
Durante la gravidanza, la maggior parte dei ricercatori è concorde nel controllare i valori tiroidei almeno una volta a trimestre nelle donne non precedentemente ipotiroidee, e una volta ogni 6-8 settimane in donne con diagnosi pregravidica: questo permette di tarare adeguatamente supplementazione e terapia tiroidea, prevenendo eventuali problemi alla gravidanza stessa durante i primi 6 mesi.

Più interessante invece è parlare della condizione della tiroide nel post-partum: circa il 25% delle donne che allattano sviluppano ipotiroidismo, che di per sé basta a giustificare buona parte dei sintomi di estrema stanchezza, ansia, nervosismo, depressione. Purtroppo questi sintomi sono anche gli stessi che segnalano la fase di passaggio da ‘donna’ a ‘mamma’ che la maggior parte delle puerpere attraversa, e proprio per questo vengono sottovalutati e normalizzati: “è normale che sei stanca, non dormi! È normale che tu ti senta giù, è la tempesta ormonale del post gravidanza!”.
Per quanto i sintomi siano ‘normali’ non vanno sottovalutati: potrebbero nascondere un ipotiroidismo che, per quanto possa con buona probabilità essere transitorio e risolversi da solo nel giro di qualche mese, se scoperto per tempo può essere trattato con integratori e farmaci che garantirebbero una miglior qualità di vita alla neo-mamma. E in ogni caso, se anche i sintomi di stanchezza e depressione non fossero da ricondursi a ipotiroidismo, non vanno trascurati: “ci passano tutte, è la vita da mamma!”.
Sì: vero. Ma allora non si può chiedere aiuto, trovare un sostegno nel proprio partner e in altre donne? Si è condannate a essere stanche e giù di tono perché “è normale”?

Ma torniamo a parlare di ipotiroidismo!
Come accennato, nel post-partum la condizione interessa 1 donna su 4: spesso si risolve senza bisogno di intervenire, ma a volte segna la donna evolvendosi in patologia cronica, in particolare in quelle donne che prima della gravidanza avevano gli anti-TPO positivi con valori di normalità per TSH e fT4. In questi casi è auspicabile approcciare in primo luogo un’opportuna supplementazione di iodio e selenio, per poi tener monitorati i valori ematici ogni 4-6 settimane e valutare se passare alla terapia tiroidea vera e propria nel caso in cui non vi fosse miglioramento.

Se dovete fare esami del sangue per i valori tiroidei, ricordate:
– I campioni vanno prelevati dopo il digiuno notturno
– Se state già assumendo il farmaco per la tiroide, esso NON va assunto prima degli esami del sangue!
– Alcuni farmaci interferiscono con l’esito dei valori: ad esempio la bromocriptina, i glucocorticoidi, il clomifene; valutate con il medico se sospenderli per fare gli esami
– Anche gli integratori di calcio e ferro possono alterare i valori di TSH e fT4

Il consiglio finale che voglio darvi è quello di non trascurare l’indagine della tiroide se state cercando una gravidanza che non arriva e, se avete partorito da poco (soprattutto se state allattando), di non sottovalutare alcuni sintomi se notate che si protraggono per troppo tempo e parlarne con il vostro ginecologo!
Una mamma che sta bene è una mamma che si prende meglio cura del suo bambino.

 

Lo studio di riferimento è qui: Management of thyroid dysfunction during pregnancy and postpartum: an Endocrine Society clinical practice guideline

 

Dott.ssa Arianna Rossoni – Dietista esperta di alimentazione antinfiammatoria e fertilità, responsabile di EquilibrioDonna