Senza ulteriori indugi, eccovi la seconda parte dell’articolo.
IODIO
La richiesta di iodio in gravidanza aumenta a causa di un aumento del 50% dell’ormone tiroideo T4. Il TSH fetale non viene sintetizzato fino alla decima-dodicesima settimana, più o meno quando la tiroide del feto è in grado di concentrare lo iodio e sintetizzare la iodotironina. Fino alla 18esima-20esima settimana c’è pochissima sintesi ormonale.
Quidi, in sostanza, nella prima metà della gravidanza il feto fa affidamento alla tiroide della mamma: se l’assunzione di iodio della mamma è scarsa, ne sarà scarso l’apporto anche a livello fetale, con conseguenze sul sistema endocrino del nascituro. Una carenza di iodio materna in momenti critici dello sviluppo fetale crea danni cerebrali irreversibili ed è la prima causa di ritardo mentale nel mondo.
VITAMINA A
La sua carenza causa cecità notturna ma l’integrazione non previene né cura questa condizione. Un’integrazione di più di 10,000 IU al giorno di vit A aumenta il rischio di labbro leporino, idrocefalo e difetti cardiaci.
Il beta carotene all’interno degli alimenti non espone a questo rischio: pertanto non se ne raccomanda l’integrazione, ma la naturale assunzione di cibo.
VITAMINA B6
In tre studi ha dimostrato di aumentare il peso alla nascita: non se ne raccomanda l’integrazione.
VITAMINA B12
Un basso livello di vit B12 è associato ad alti livelli di omocisteina, che a sua volta sono associati a preclampsia e a basso peso alla nascita. La B12 va integrata in caso di dieta vegetariana e vegana.
VITAMINA C
Non sembra aver migliorato gli esiti delle gravidanza, ma ha svolto una funzione preventiva rispetto ad affanno e asma nei figli di fumatrici.
VITAMINA E
Una carenza in gravidanza potrebbe essere causa di aborto, parto pretermine, preclampsia e ritardo nella crescita uterina. Non sembra essere necessaria un’integrazione: abbiamo abbondante vitamina E nell’olio extravergine di oliva.
VITAMINA D
Un’adeguato apporto di vit D è necessario ad assicurare la risposta materna verso le richieste di calcio fondamentali al feto per l’accrescimento osseo.
Circa 25-30 gr di calcio vengono trasferiti allo scheletro del bimbo durante il corso della gravidanza – nell’ultimo trimestre parliamo di 250 mg/d. Importante quindi che l’apporto venga da pesce azzurro, tuorlo d’uovo, acqua calcica, crucifere e semi oleosi.
CALCIO
Le donne perdono tre il 3% e il 5% della loro massa ossea durante l’allattamento ma la recuperano entro 6 mesi dallo svezzamento. Una carenza di calcio e vitamina D portano ad ossa porose e deboli e rachitismo.
Secondo gli scienziati ci sono abbastanza dati per affermare che una supplementazione di calcio abbassa il rischio di preclampsia e altri disturbi ipertensivi legati alla gravidanza.
MALNUTRIZIONE E ALTE CALORIE
– Una mancanza di proteine nella dieta prenatale ha dimostrato di essere la causa di danni al feto. L’ideale sarebbe un’assunzione del 20% sull’introito calorico durante tutta la gravidanza.
– I danni di una dieta troppo povera di proteine (con un’apporto 7,2%) sono dimensione ridotta del cervello, distribuzione del peso alterata, rischio maggiore di obesità, gestazione più breve e basso peso alla nascita, sensibilità allo stress, metabolismo energetico cardiaco alterato.
– Anche una dieta con troppe proteine può essere dannosa per il feto.
– Una dieta troppo ricca di carboidrati e grassi porta alla sazietà prima che sia stata consumata la giusta dose di proteine. Al contrario, una dieta con troppa carne rossa e bassi carboidrati porta ad un rischio più alto di ipertensione e di colesterolo alto per i figli.
STILI ALIMENTARI
– Le diete migliori sembrano essere la AMED (dieta mediterranea alternativa), DASH (Dieta per l’ipertensione), e AHEI (Alternative Healty Eating Index): in comune hanno tutte un alto consumo di frutta, verdura, carboidrati di alta qualità, proteine da legumi e porzioni più piccole di carni magre, grassi sani da frutta secca e semi, pesce e crostacei e olio vegetale, molte fibre, pochi zuccheri aggiunti, poca carne rossa e carni conservate.
– Le diete vegane e vegetariane sono molto diverse tra loro e ogni integrazione va personalizzata, possono essere carenti in B12, riboflavina, vitamina D, calcio e grassi n3 a catena lunga.
– Stili alimentari sani in gravidanza sono associati ad un rischio minore di diabete gestazionale
CARICO GLICEMICO E INSULINEMICO
– La gravidanza è un periodo in cui una valutazione del carico glicemico potrebbe essere rilevante, visto che cambia anche il metabolismo della mamma ed è proprio glucosio materno ad alimentare la crescita intrauterina. Allo stesso tempo, livelli di glucosio troppo alti nel sangue contribuiscono ad un’eccessiva crescita del feto.
– Potrebbero esserci dei vantaggi nel seguire una dieta a basso carico glicemico per ridurre il rischio di avere bimbi troppo grandi rispetto alla fase gestazionale.
– Nel caso di diabete gestazionale una dieta a basso carico glicemico sarebbe sicuramente benefica, senza effetti negativi evidenti, anzi: donne che soffrivano di diabete gestazionale sono state in grado di dimezzare la dose di insulina grazie a questo tipo di alimentazione (senza conseguenze per il feto).
Di nuovo, ecco il link allo studio completo: