Nei paesi a basso reddito, gran parte del cibo va dispersa ancora prima di arrivare sul mercato. Migliorare l’istruzione e la formazione professionale degli agricoltori e dei produttori, e l’adozione di tecnologie innovative, può minimizzare gli sprechi. Lo Stato indiano del Jharkhand per esempio, grazie a un progetto guidato dallo United Nations Development Program e dalla Global Environment Facility, ha installato unità di refrigerazione a energia solare che consentono ai produttori di verdura, frutta e altri beni deperibili di conservare i prodotti senza sacrificarne la qualità. In Africa, il Consortium of International Agricultural Research Centers ha potenziato la formazione che aiuterà gli agricoltori locali a far crescere più cibo nelle condizioni che si stanno creando con il cambiamento climatico, usando colture che tollerano meglio la siccità ed evitando l’aratura per proteggere il suolo inaridito.
- Produzione: pratiche agroecologiche di gestione dei parassiti con colture diverse e rotazione intelligente, silvopastorizia, agricoltura rigenerativa.
- Consumi: è necessario ridurre radicalmente gli eccessi di consumo, con l’introduzione di pratiche antispreco in tutta la filiera produttiva.
- Stile alimentare: attraverso pratiche di consumo salutari e una dieta ricca di vegetali (non necessariamente vegetariana), nei prossimi 30 anni si potrebbero ridurre moltissimo gli sprechi.
- Culturale: siamo condizionati ad acquistare frutta e verdura che rappresentano un certo standard estetico “perfetto”, al punto che i supermercati tendono a rifornirsi soltanto di alimenti che soddisfino questa percezione idealizzata di forma e colore – rifiutando per principio i prodotti che non rispettano suddetti standard, che però costituiscono il 40% della frutta e verdura commestibili e vengono scartati direttamente dal produttore. Alcune catene di supermercati (in Francia e in Danimarca) stanno cercando di cambiare le cose mettendo in vendita questi cibi imperfetti e prodotti che sarebbero finiti in discarica. Altre iniziative donano gli alimenti a comunità bisognose.
- Ristoranti e mense: etichette più chiare, menù con una scelta ridotta e porzioni di dimensioni diverse, mense con piatti ricchi di alimenti vegetali preparati con ingredienti imperfetti prodotti con l’agricoltura rigenerativa.
Ecco qualche consiglio per recuperare ed evitare di buttare nell’immondizia:
Pane
Prima di tutto, un ottimo metodo per non sprecarlo è quello di congelarlo a fette, in modo da utilizzare soltanto le quantità effettivamente consumate e conservare il resto.
Se però dovesse seccarsi, potete tritarlo e arrostirlo per farne briciole per insaporire primi piatti e pesce, oppure ammollato in acqua/latte per torte paesane o polpette (o canederli, se vi piacciono). Potete anche informarvi per darlo ad aziende agricole della zona che lo utilizzano come mangime per animali.
Se doveste trovarvi con avanzi di riso o cereali già cotti potete pensare di farne delle polpette (magari con verdure e legumi) o riciclarli nelle verdure ripiene.
Frutta imperfetta, troppo matura o bruttina
Prima che la frutta vada a male potete utilizzarla per fare della frutta cotta o composte di frutta espressa. Si differenziano dalla confettura per la quantità di zucchero contenuta che, nel caso della confettura, garantisce un tempo di conservazione più lungo: le composte vanno conservate in frigorifero e consumate nel giro di qualche giorno.
Pere, banane, mele possono essere frullate e aggiunte all’impasto di un dolce, per dolcificare in modo naturale.
Nei mesi caldi capita che la frutta estiva (pesche, albicocche), banane e frutti di bosco maturino molto in fretta: congelateli prima che sia troppo tardi e utilizzateli per gelati, smoothies, sorbetti e gelatini.
Capita a tutti di dimenticare qualcosa in frigo che inevitabilmente perde freschezza e appetibilità. L’opzione più semplice è sempre quella di riciclare tutto in una buona zuppa o minestrone – anche da congelare già porzionato se sapete che non verrà consumato a breve.
Se ad avanzare è qualche piccolo pezzo di cipolla, una costa o due di sedano, qualche foglia di cavolo cappuccio… vi lascio la ricetta di un brodo vegetale fatto con gli scarti a questo link.
Il primo consiglio è quello di non acquistarli durante l’estate, a meno che in casa vostra non vengano consumati con frequenza. Il rischio è che i grassi contenuti irrancidiscano a causa delle alte temperature, dandogli un cattivo sapore. Limitatevi al minimo indispensabile e cercate di conservarli in frigo.
Se doveste trovarvi con della frutta secca non più edibile, esistono tutorial che spiegano come creare delle palline di mangime per uccellini – da appendere in alto, lontane dai predatori. Un esempio lo trovate a questo link.
Riguardo alle pratiche zero-waste a cui accennavo prima, consiglio di fare un po’ di attenzione.
Spesso nell’ottica di evitare al massimo lo scarto di frutta e verdura si consiglia di consumare/recuperare anche scorza/buccia. Ecco, per fare questo è essenziale che gli alimenti non siano stati trattati in modo intensivo e vengano da agricoltura biologica: tante delle sostanze nocive per l’uomo si concentrano infatti proprio sulla parte più esterna del prodotto e non è detto che un lavaggio (anche accurato) riesca ad eliminarle.
Inoltre, chi soffre di colon irritabile potrebbe notare un peggioramento dei sintomi dopo in consumo di frutta e verdura non sbucciati, che sono molto più ricchi di fibra. Cercate di non esagerare.
Sapere di avere un certo potere su quanto cibo viene sprecato nel mondo può generare ansia o voglia di fare, spero di avervi dato qualche spunto pratico per rivedere le vostre abitudini in chiave consapevole!
e ridurre lo spreco:
*Vasi Weck per farine e cereali
*Libro Cucina facile senza scarti
*Tagliere raccogli briciole