Prevenzione del tumore del collo dell’utero

Gennaio è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al collo dell’utero, che mira a sensibilizzare verso l’importanza dello screening oncologico cervicale.

I dati

Nel 2020 sono stati diagnosticati circa 2.400 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina, rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati (fonte Ministero della Salute). I dati degli ultimi anni sono confortanti, perché ci dicono che sia incidenza che mortalità sono in forte riduzione, e sembrerebbe proprio grazie ai protocolli di prevenzione gratuiti resi disponibili a tutte le donne, che permettono di diagnosticare il tumore quando è ancora ad uno stadio precoce e altamente curabile.
Uno dei principali responsabili delle lesioni cancerose della cervice uterina è il virus dell’HPV.

Ma HPV non significa per forza cancro! Solo alcuni dei 100 genotipi del virus sono pericolosi e nella maggioranza dei casi il sistema immunitario riesce a reagire in autonomia, senza conseguenze per la salute o la fertilità della donna. Soltanto una piccola parte delle infezioni (circa il 10%) può evolvere verso forme tumorali, specie in presenza di alcuni cofattori.
La maggior parte delle infezioni, invece, è transitoria e guarisce spesso spontaneamente.

 

Quali sono i campanelli d’allarme?

  • Perdite di sangue anomale, soprattutto dopo rapporti sessuali
  • Perdite di sangue anche tra due cicli mestruali
  • Perdite vaginali (anche non di sangue) persistenti, associate o meno a dolori pelvici
  • Dolore durante o dopo i rapporti sessuali
Cosa favorisce il tumore?
  • L’infezione persistente da Human Papilloma Virus (HPV)
  • Ulteriori fattori di rischio: il fumo, una compromissione del sistema immunitario, l’infezione da HIV e probabili fattori genetici.
Come si previene?
  • Con screening periodici (PAP test e HPV test)
  • Attraverso i vaccini anti HPV

Ricorda: nel caso dell’HPV l’utilizzo del preservativo *NON* è considerato uno strumento di prevenzione perché può ridurre il rischio di contagio, ma non eliminarlo del tutto. Il virus può trasmettersi con il contatto tra mucose, e il preservativo non è in grado di coprire tutte le aree a rischio. Una pratica importantissima per proteggersi (e proteggere) dalle malattie sessualmente trasmissibili e da gravidanze indesiderate che non deve farci abbassare la guardia o dare un senso di falsa sicurezza: i controlli sono fondamentali.

Cose importanti da sapere:

  • Lo screening dovrebbe iniziare a 25 anni e si consiglia di ripetere il PAP test ogni 3 anni. Esistono programmi regionali per lo screening gratuito, oppure è possibile chiedere alla propria ginecologa di fiducia.
  • Recenti evidenze hanno dimostrato che, sopra i 30 anni, l’HPV test effettuato ogni 5 anni e in associazione al normale PAP test è più efficace nel rilevare la presenza del virus, perché ha una sensibilità maggiore. Il prelievo è simile a quello del PAP test.
  • Il vaccino anti HPV è offerto gratuitamente (non è obbligatorio) a ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 12 anni di età in tutte le Regioni, in alcune di queste l’offerta vaccinale è estesa a donne con diagnosi recente di lesione pre-neoplastica cervicale di alto grado. E’ possibile anche scegliere volontariamente la vaccinazione, questa volta a pagamento: parlatene con il vostro medico.
  • La vaccinazione non sostituisce lo screening del collo dell’utero, in quanto non protegge da tutti i ceppi del virus. E’ fondamentale continuare a sottoporsi a regolari controlli e utilizzare il preservativo.

Come si inserisce l’alimentazione in tutto questo?

Una revisione sistematica del 2005 ha analizzato la letteratura disponibile rispetto al ruolo della dieta nella carcinogenesi del tumore cervicale, selezionando 33 studi compatibili.

  1. Rispetto al virus dell’HPV è stato riconosciuto un potere protettivo a una dieta ricca di vegetali e frutta, in particolare ad alcuni elementi: vitamina C, vitamina E, beta e alfa carotene, licopene, luteina/zeaxantina e criptoxantina.
  2. Nel caso di neoplasia cervicale è probabile un effetto protettivo da parte di folati, retinolo, verdure, vitamina C, vitamina B12 e ancora beta e alfa carotene, licopene, luteina/zeaxantina e criptoxantina.
    Lo studio caldeggia ulteriori approfondimenti scientifici, soprattutto per chiarire l’associazione tra genesi della malattia su basi alimentari. Vale a dire: sono stati individuati fattori nutrizionali protettivi, ma la Scienza non può dirci che una cattiva alimentazione sia tra le cause del carcinoma, né che un alimento o un altro ci proteggeranno sicuramente… Questo vale, purtroppo, per tutte le patologie oncologiche.
  3. Il microbiota vaginale sembra avere un ruolo importante. Dati recenti suggeriscono che la presenza e l’abbondanza di alcune specie batteriche possono prevenire l’infezione da HPV e contribuire alla rimozione del virus riducendo il rischio di sviluppo di lesioni precancerose in questi siti anatomici. Al contrario, altri tipi di batteri possono promuovere lo stato patologico.

Una dieta nutrizionalmente bilanciata, ricca di verdura, frutta e vitamine, potrà sicuramente essere di supporto al nostro sistema immunitario e in generale al nostro benessere, ma l’unica vera protezione sta nella diagnosi precoce e di conseguenza nel sottoporsi periodicamente ai controlli, esami assolutamente non invasivi che è possibile eseguire gratuitamente negli ambulatori delle ASL locali.

Vi lascio due link importanti al sito dell’AIRC:
La scheda sul tumore della cervice uterina: trovate una spiegazione chiara delle cause, dei sintomi e delle cure
La scheda specifica sullo screening: come funziona, differenze tra PAP test e HPV test, iter da seguire in caso di test positivo

Gli studi citati:
The role of diet and nutrition in cervical carcinogenesis: a review of recent evidence
Microbiome and Cervical Cancer

Le fonti:
Airc
Ministero della Salute
Gisci
Osservatorio Nazionale Screening